| Euforia è il contrario di disforia.
Euforia di genere
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Un'amica ha usato quest'espressione, che mi ha colpita.
Non sapevo di preciso come si chiamasse quella cosa che provo, e lei me l'ha spiegato.
E' successo ieri, e poi oggi; ma succede un sacco di volte, e tutte le volte mi fa stare bene.
Io una volta avevo l'aspetto di un uomo, non mi piaceva, avrei desiderato avere l'aspetto di una donna.
Pensavo che fosse impossibile, però, quindi mi adattavo.
Certamente, tuttavia, non ero a mio agio nel genere che mi era stato assegnato (dalla natura, intendiamoci) alla nascita.
Questa cosa, mi hanno spiegato dopo, si chiamava disforia di genere, stare male, insomma; non si usa più questo termine, ma ha un suo senso e un suo etimo che lo definisce.
A un certo punto è successo - rectius: ho fatto succedere - che la gente "mi prendesse" per una donna, e io ne fui felice.
Inizialmente, però, io ci mettevo il carico da novanta, perché se poi ti metti il vestitino, i tacchi, ti trucchi, ti sei fatta crescere i capelli e li hai tagliati con un'acconciatura femminile, non hai più la barba, beh, tutto sommato è anche facile.
così io avevo l'impressione che "mi prendessero" per una donna per tutta la serie di motivi di cui sopra - e sì - ne ero felice, ma mica convinta sino in fondo.
Poi è successo - rectius: qualcuno ha fatto succedere - che perdessi il lavoro e in breve decidessi di tagliarmi i capelli e assumere quanto più possibile un aspetto maschile, quanto meno sul lavoro, e questo è stato un bene, perché il lavoro l'ho ritrovato.
Ed è stato proprio a questo punto che io ho scoperto l'euforia di genere, perché io vado in giro coi miei capelli corti e i miei completi maschili, ma ogni volta che tolgo la cravatta (sempre, se non devo dichiarare di essere un uomo), succedono delle cose che si assomigliano tutte.
Per esempio che mi cedano il passo in ascensore, o che l'anziano signore con l'ombrello si fermi prima di una strettoia per farmi passare (è successo ieri), o che la barista mi porti un panino dicendomi "ecco, cara" (è successo oggi).
Questa è l'euforia di genere: che io mi vesto e mi propongo esattamente come prima, ma ora per questi sconosciuti io sono una donna.
E se non ci fosse stato in mezzo tutto quello che c'è stato, è un po' come se io, qualche anno fa, prima di una strettoia, avessi chiuso gli occhi per esprimere un desiderio e, riaprendoli, avessi ritovato davanti a me il vecchietto che mi fa passare con un mezzo inchino.
Chiamarla euforia ci sta.
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